Ossidiana, guerriera di verità

Sguardo di lupo nero si appoggia sul mio petto, legacci mi tengono, preparati anima mia, che il calore di una tenda oscura ti coprirà come un mantello dell'invisibilità.
Strega perlata mi tocchi la spalla e in un flusso la pelle si fonde e si sprofonda nel liquido essere. Siamo tutte ora e una. Un uomo, si. Negli occhi di femmina di mille ere la domanda muta, mi fissa pungendomi. Amare è lasciare. Amare è stare fermi e un sospiro allevia l'antica curva, l'orizzonte diventa la un segmento ritorto. Occhio nero potente di notte, accoglie la forza dello spirito, scivolando oleoso verso cioè il centro. Io sono Terra. Io sono Aria.

Venti scomposti m'alzano i capelli e finalmente respiro, elevandomi attraverso la crudeltà della vita, nel sangue di un figlio doloroso, nel dolore, nella pelle sbucciata. I palmi dei piedi sfiorano le pietre calde lasciando ombre ovali che si muovono come insetti scoperti.

Ombre torbide si dissolvono nella trasparenza pungente di Aria di vetro. Le guance s'arrossano, si tagliano, e io Vivo e i polmoni fanno il primo respiro, ampio e profondo come il mondo, il mare, tutti i boschi e le valli, le acque i deserti. Un volo di fiato che è solo un battito ciglia.
Mi purifico, io femmina, sospesa.

Guerriera della verità mi copri il petto, e i seni come statue vigilano. I limiti e le mie paure si esaltano, s'ergono imprigionandosi nello specchio scuro che le trascina giù, più giù, fino a livide gocce dense che escono dai piedi nell'aria e ricardono in fondo alla Terra, liberandomi.


E' nello scontro coraggioso con gli errori che troverò la strada.

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