Dopo mesi, bava di ragno e magia nera


Sono mesi che non scrivo. Questa mattina all'alba una fame lontana di parole scritte si è impossessata di me, scacciando scontrosa la smania delle mani e creta sotto le unghie. Affannosamente ho cercato tra i miei libri, sfogliando velocemente pagine e pagine, facendo cadere a terra quelli già scandagliati, smaniosa di trovare quelle parole. Quelle che cercavo senza sapere quali.

Quante vite servono per essere allargate da passioni sfamate. Vincono sempre le passioni più sfrontate, quelle che gridano più forte.

Gli struggimenti lievi, quei fili sottili come bava di ragno, che riluccicano preziosi in certe mattine solitarie, basta uno spiffero delle finestra per farli volare via. Basta una porta aperta per un gatto che vuole andare sul tetto, basta il suono di una telefonata che invade il silenzio, basta una mano sul seno, uno sguardo di troppo all'orologio. E il filo di cristallo liquido si respira altrove, perde la luce addosso, scompare.

Ho trovato Anne Sexton, Donna tra le donne, donna tra le Donne. Come in ogni scrittrice ci sono schegge di me, seppur trascurate. Stamattina le celebro.

(Se siete arrivati fino a qui, per favore, leggete -lentamente- la poesia qui sotto. Grazie) 




Magia nera

Una donna che scrive è troppo sensibile e sensuale,
quali estasi e portenti!
Come se mestrui bimbi ed isole
non fossero abbastanza, come se iettatori e pettegoli
e ortaggi non fossero abbastanza.
Crede di poter prevedere gli astri.
Nell'essenza una scrittrice è una spia.
Amore mio, così io son ragazza.
Un uomo che scrive è troppo colto e cerebrale,
quali fatture e feticci!
Come se erezioni congressi e merci
non fossero abbastanza; come se macchine galeoni
e guerre non fossero già abbastanza.
Come un mobile usato costruisce un albero.
Nell'essenza uno scrittore è un ladro.
Amore mio, tu maschio sei così.
Mai amando noi stessi,
odiando anche le nostre scarpe, i nostri cappelli,
ci amiamo preziosa, prezioso.
Le nostre mani sono azzurre e gentili,
gli occhi pieni di tremende confessioni.
Ma quando ci sposiamo
ci abbandoniamo ai figli, disgustati.
Il cibo è troppo e nessuno è restato
a mangiare l'estrosa abbondanza.

da PensieriParole

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